martedì 2 dicembre 2008

Nuovo Fascismo: Berlusconi ha letto Pasolini?

L’edonismo del potere della società consumistica ha disabituato di colpo, in neanche un decennio, gli italiani alla rassegnazione, all’idea del sacrificio, ecc.: gli italiani non son più disposti ad abbandonare quel tanto di comodità e di benessere (sia pur miserabile) che hanno in qualche modo raggiunto. Ciò che potrebbe promettere un nuovo Fascismo, dovrebbe essere appunto, dunque, "comodità e benessere": che è una contraddizione in termini.

In realtà tuttavia c’è stato, e c’è, in Italia un nuovo Fascismo che fonda il suo potere proprio sulla promessa della "comodità e del benessere": ed è appunto quello che Marco Pannella chiama il nuovo Regime, un po’ immaginosamente, ma giustamente.
Benché tale Regime abbia fondato il suo potere su principi sostanzialmente opposti a quelli del Fascismo classico (rinunciando in questi ultimi anni addirittura al contributo della Chiesa) esso può ancora lecitamente essere chiamato fascista.
Perché? Prima di tutto perché l’organizzazione dello Stato, ossia il sotto-Stato è rimasto praticamente lo stesso: anzi, attraverso, per esempio, l’intervento della Mafia, la gravità delle forme di sottogoverno è molto aumentata.

Questo faredello arcaico –che il nuovo Regime, così moderno, così spregiudicato, così cinico, così agile – si trascina dietro, impotente a liberarsene, rende perfettamente logica la presenza di uomini di potere in cui il vecchio (legalitarismo, clericalismo e intrallazzo) può convivere pacificamente col nuovo (produzione del superfluo, edonismo, sviluppo cinico e indiscriminato): perché tale convivenza è un dato oggettivo della nazione italiana.

La continuità tra il ventennio fascista e il trentennio democristiano trova il suo fondamento sul caos morale e economico, sul qualunquismo come immaturità politica e sull’emarginazione dell’Italia dai luoghi per dove passa la storia.

Da "28 marzo 1974. Previsione della vittoria al referendum", in Scritti corsari

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