Come mai un ragazzino che da grande voleva fare lo scrittore si è trovato invece a fare il magistrato?
La risposta, o almento una delle risposte, è: paura. Paura di provarci davvero e scoprire di non essere capace. Per via della paura ho cercato, e naturalmente trovato, ogni sorta di espedienti e diversivi per rinviare il momento della verità.
(...)
Una storia comincia, per me, contemporaneamente alla visione del suo finale e alla nascita del protagonista. Anzi direi: almeno dei suoi due protagonisti principali. Questa fase precede di molto l'inizio della scrittura vera e propria. Per settimane o anche mesi cerco di capire chi sono questi personaggi e perchè devono muoversi verso quel finale.
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Quando alla fine comincio a scrivere attraverso una prima fase frenetica e alluvionale. (...) Quando ho generato questo ammasso di parole, del quale solo vagamente si intuisce un disegno, so che lì dentro è nascosta la mia storia e che la vera scrittura sta per cominciare. Michelangelo diceva che in ogni blocco di granito è prigioniera una statua e che il compito dello scultore è di liberarla. Allo stesso modo in quei blocchi di parole sono imprigionate storie e personaggi che attendono anche loro di essere liberati.
In questo senso la scrittura, come la scultura, è arte del togliere. (...) Senza pietà, perchè spesso è proprio quello che ci piace di più, cioè che soddisfa il nostro narcisismo, che impedisce alla storia e ai personaggi di liberarsi completamente.
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Credo che lo scrivere abbia a che fare con la paura, sia un nuotare sott'acqua trattenendo il fiato o un vero e proprio negoziato con le ombre, secondo le bellissime definizioni rispettivamente di Scott Fitzgerald e di Margaret Atwood.
E' come percorrere una stanza buia alla ricerca di un'uscita che non sei mai sicuro di trovare (...) momento dopo momento scopri che le cose non sono mai come le immaginavi. E intorno a te, invisibili e reali, le ombre (...) Ci sono cose che ti aiutano in questo viaggio nel buio e in questo negoziato con le ombre. Gli altri libri per esempio, da usare come piccole torce per fendere almeno un poco l'oscurità.
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