mercoledì 31 marzo 2010

L'uomo ideale esiste!

Chicho Buarque de Hollanda, sempre all'Auditorium.
Dal suo ultimo romanzo Latte versato:
"Con il tempo ho imparato che la gelosia è un sentimento da proclamare a cuore aperto, nell'istante stesso in cui ha origine, Perché quando nasce, è in realtà un sentimento cortese e deve essere subito offerto alla propria donna, come una rosa.
Altrimenti, si chiude immediatamente come un cavolo dentro cui il male fermenta. La gelosia si trasforma allora nel genere più introverso della invidia e, rodendosi tutta, colloca negli altri la colpa della sua bruttezza."
Bravo, bello, famoso, grande musicista, grande scrittore, senza arie, simpatico, intelligente, positivo, sposato da sempre con la stessa donna, persino di famiglia intellettuale... allora l'uomo ideale esiste? ;-)

venerdì 26 marzo 2010

Philippe Forest: brevi appunti di ritorno dalla Festa del libro...

all'Auditorium, prima di andare a dormire.

La scrittura come necessità per affrontare il dolore, anche se poi non lo risolve. Perchè non c'è rimedio al dolore, scrittura che riflette assenza di senso della vita
(sull'assenza di senso della vita non so... ma non mi sono sempre tuffata nella scrittura ogni volta che ho avuto un lutto?)
Un dolore a cui non si può sfuggire perchè nella vita c'è l'eppure degli haiku di Kobayashi Issa, il "sarinagara", titolo di uno dei romanzi di Forest

… è di rugiada
è un mondo di rugiada
eppure eppure
Kobayashi Issa
Ma scrivere del dolore e della morte, affrontare il patetico così poco frequentato dalla letteratura francese che risente della tradizione classicista, ha anche una funzione "engagé" in una società che li ha rimossi. Soprattutto se si parla di un dolore che sconcerta come quello della morte di una bambina di 4 anni, e che suscita nei lettori simpatia e al tempo stesso rifiuto per Forest e i suoi romanzi.
La sua vita è il punto di partenza dei suoi romanzi, ma non li considera autobiografici. Perché quando si racconta la propria vita si fa già un romanzo. Il soggetto si reinventa con la scrittura. La vita è la necessaria l’esperienza di partenza, che poi è oggetto di elaborazione nei suoi romanzi esattamente come in quelli di pura finzione. Nell’ "Enfant éternel" c’è tutto un lavoro di costruzione, effetti d’eco che si stabiliscono tra la storia raccontata e storie prese dalla letteratura infantile, Peter Pan per esempio, o dalla letteratura tout court, Hugo, Mallarmé. Non si può sfuggire alla letteratura. Non è possibile fare una trascrizione diretta della verità. Non appena ci si mette a farlo si è già passati dalla parte della finzione, del romanzo.
In "Nuovo amore" affronta una storia d'amore lasciando un finale aperto, per non inserirsi nella tradizione dei romanzi d'amore in cui lo scrittore sopravvive alla fine dell'amore o, ancora più frequentemente, alla morte dell'amata che viene poi idealizzata.
(Questo però, Forest, è vero nei romanzi d'amore e nei melodrammi scritti dagli uomini! E li possiamo veramente definire romanzi d'amore? Non certo in Jane Austen e in tutte le scrittici d'amore...:-))

domenica 21 marzo 2010

Sullo scrivere: Carofiglio

Come mai un ragazzino che da grande voleva fare lo scrittore si è trovato invece a fare il magistrato?
La risposta, o almento una delle risposte, è: paura. Paura di provarci davvero e scoprire di non essere capace. Per via della paura ho cercato, e naturalmente trovato, ogni sorta di espedienti e diversivi per rinviare il momento della verità.
(...)
Una storia comincia, per me, contemporaneamente alla visione del suo finale e alla nascita del protagonista. Anzi direi: almeno dei suoi due protagonisti principali. Questa fase precede di molto l'inizio della scrittura vera e propria. Per settimane o anche mesi cerco di capire chi sono questi personaggi e perchè devono muoversi verso quel finale.
(...)
Quando alla fine comincio a scrivere attraverso una prima fase frenetica e alluvionale. (...) Quando ho generato questo ammasso di parole, del quale solo vagamente si intuisce un disegno, so che lì dentro è nascosta la mia storia e che la vera scrittura sta per cominciare. Michelangelo diceva che in ogni blocco di granito è prigioniera una statua e che il compito dello scultore è di liberarla. Allo stesso modo in quei blocchi di parole sono imprigionate storie e personaggi che attendono anche loro di essere liberati.
In questo senso la scrittura, come la scultura, è arte del togliere. (...) Senza pietà, perchè spesso è proprio quello che ci piace di più, cioè che soddisfa il nostro narcisismo, che impedisce alla storia e ai personaggi di liberarsi completamente.
(...)
Credo che lo scrivere abbia a che fare con la paura, sia un nuotare sott'acqua trattenendo il fiato o un vero e proprio negoziato con le ombre, secondo le bellissime definizioni rispettivamente di Scott Fitzgerald e di Margaret Atwood.
E' come percorrere una stanza buia alla ricerca di un'uscita che non sei mai sicuro di trovare (...) momento dopo momento scopri che le cose non sono mai come le immaginavi. E intorno a te, invisibili e reali, le ombre (...) Ci sono cose che ti aiutano in questo viaggio nel buio e in questo negoziato con le ombre. Gli altri libri per esempio, da usare come piccole torce per fendere almeno un poco l'oscurità.

Recitare nudi!:-)

Recitare nudi è magnifico. Nessuno ti ascolta, puoi dire tutto quello che vuoi e nessuno se ne accorge.
Adriana Asti, intervistata su Repubblica

Appunti per letture: americani

Saul Bellow, John Cheever, John Updike. E poi, consigliati da Elisabeth Strout: Jonathan Franzen, Jonathan Lethem e Colum McCann.

martedì 16 marzo 2010

Filosofeggiando

"A che cosa serve la filosofia? A niente, perché non è una serva."
Aristotele

"La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta."
Adorno, Minima Moralia

lunedì 15 marzo 2010

Citazioni, leggendo il Corriere

"Le lettere cagionano smemoramento nelle anime di coloro che le hanno apprese, perocchè più non curano della memoria, come quelli che, fidando della scrittura, per virtù di strani segni di fuori si rammenatno delle cose, non per virtù di dentro e da sè medesimo". Platone, che però il Fedro lo scrisse, non aveva dubbi: la parola parlata è azione, la parola scritta fissazione, ricordo.
Pierluigi Panza

Sostituendo al termine letteratura quello di espressione (Benn):
Il mondo dell'espressione è l'esatto opposto del mondo dell'informazione. Non si sviluppa nel senso dell'ampiezza, ma in quello della profondità ... Entrambe sono legate all'istante; ma se l'istante dell'informazione, nella corsa inesausta all'attualità mira a rendere obsoleto il precedente per poi consumarsi in un altrettanto rapida fiammata, l'istante del'espressione è quello che ci rende presente, contemporaneo, il gesto con cui Achille depone l spirtio di vendetta per restituire al padre il corpo del nemico Ettore. (...) Traducendo i classici si gioca sempre sul sicuro quanto alla ripetibilità di quell'istante. Ma esplorare il terreno disordinato della contemporaneità è più azzardato e forse più bello perchè significa contribuire ala creazione del canone di domani."
Paola Capriolo