domenica 18 ottobre 2009

Brideshead Revisited: quando la realtà supera Facebook

Strana settimana di coincidenze, incontri, nostalgie.

Prima, mercoledì al cinema, in fila per Ang Lee mi trovo davanti a una ex ragazza che periodicamente rincontro. Nelle Marche da adolescenti, nel liceo della mia migliore amica di Fermo, all’Università come fidanzata di un mio professore, in giro per locali a Bologna, poi come giornalista, poi di nuovo in giro, e ora per caso al cinema. So chi è, so molto di lei eppure non abbiamo quasi mai parlato, non mi ricordo il suo nome e anche questa volta non ci siamo salutate.

Poi giovedì, a una cena dai miei amici del Ghetto, dopo un bel recital sulla storia ebraica, entra O. Ci presentiamo con un “piacere anche se ci siamo già viste” e tutta la sera parliamo con grande simpatia, anche se ogni tanto ci scrutiamo pensierose… eppure non è qua che l’ho vista, ma dove? E, mentre io penso se per caso non ci siamo conosciute a Fermo, in estate, visto che lei parla di Macerata… ecco che lei sbotta: ma tu… eri all’Università di York nel 90? Si, ecco chi sei… LA BOLOGNESE DI YORK!

E così partono i ricordi. Sembra che io fossi famosa presso i suoi 3 compagni italiani, tutti studiosi di musica come lei. Facevo parte del gruppetto delle ragazze italiane “navigate”, quelle che studiavano “Women studies” (in realtà solo io, doppiamente famosa!;-). Quella che studiava le bionde e le brune, le femmes fatales e le donne angelo… Gli amici di O. sapevano tutto di me e io nulla di loro, così concentrata com’ero a conoscere inglesi invece che italiani.

Ricordi così diversi. Tramite O. emergeva un pezzo di York che non ricordavo, le cene italiane, i ragazzi di Roma, il pessimo cibo della mensa del college, il livello basso degli studenti inglesi,gli scherzi, i turni per la doccia, la francese che puzzava, l’olandese…
O forse un pezzo di York che semplicemente non avevo visto, presa come ero a immergermi “nell’esotico”. In un’Inghilterra stile James Ivory che alla fine avevo trovato nelle campagne dello Yorkshire. Quando, insieme a un gruppo di ragazzi inglesi tutti di provenienza “Public School”, avevo lasciato l’Alcuin College dove anche O. viveva per trasferirmi in una casa di campagna a Butterwick prestata da un professore per un anno negli USA. E così i miei ricordi sono i bagni di notte nel fiume, le passeggiate nel vento fra cui sono cresciute le sorelle Bronte, le partite di cricket la mattina, con i ragazzi vestiti di bianco in “whilte flannels”, le cene alcoliche con i gilè damascati, gli ottimi arrosti dei Sunday lunch, le visioni tutti insieme, avvolti nelle coperte, di Jules e Jim di Truffaut, la lettura ad alta voce, davanti al fuoco di Brideshead Revisited, il libro di Evelyn Waugh che ora è qui davanti a me nella mia libreria, ambientato a Castle Howard vicino alla nostra casa, il fascinoso James Lamont che leggeva in italiano il Cortegiano di Baldassar Castiglione…

Bei momenti, con persone speciali. Ci penso con nostalgia e con un po’ di amarezza. O. ora lavora all’Opera di Roma, insegna storia della musica, la materia che studiava a York, mentre io, poco fiduciosa nelle mie possibilità e per sfuggire alla figura schiacciante di un padre grande intellettuale ma molto poco pratico e sempre in ristrettezze, ho cercato la sicurezza, il mondo pratico e concreto dell’azienda. E ora, a parte gli spazi che ho ritrovato per leggere e scrivere e dedicarmi alla sceneggiatura, passo le mie giornate a fare piani di marketing in mezzo a commerciali dalle battute spinte che invece del Cortegiano (che, naturalmente, neppure io ho letto!), leggono la Gazzetta dello Sport.

Quando mi sono persa?

Ma ecco la Lisetta di una volta, quando studiava le bionde e le more, le donne angelo e le femmes fatales: "La femme fatale ripropone il tipo, ricorrente nella cultura occidentale, della tentatrice sensuale e distruttiva... continua>> "

mercoledì 14 ottobre 2009

Dalla religione, il quartiere

Processione a Trastevere, Buddha all'Esquilino.

lunedì 5 ottobre 2009

Al Ghetto: nostalgia per i tempi andati

Il mio alimentari preferito, dove al bancone ti facevano il panino con la carne secca, si è infighettato ed è diventato un bistrot! Buon per loro, sempre pieni, ma io... un po' di nostalgia. Un pezzo di Roma autentica in meno.


lunedì 14 settembre 2009

Going out: Esquilino, Monti e Trastevere

Piccole recensioni dei luoghi dello scorso weekend.
  • Venerdì sera aperitivo a Monti, ai Tre scalini di via Panisperna. Sempre bello i 3 scalini! E ora che c'è meno gente anche meglio, senza file per i tavoli! La mia scelta, ottima per qualità/prezzo è ormai sempre la stessa: bufala (enorme!) con rucola e pomodorini + salsiccette al tartufo da spiluccare (sui 3 euro) + un bicchiere di rosso o quartino alla mescita.
  • Sabato sera cena all'indiano di piazza Trilussa a Trastevere. In assoluto il ristorante indiano più romantico che c'è! A lume di candela, sulla terrazza proprio sopra le scale di piazza trilussa. Non ottimo come prezzi e anche per la qualità meglio il Marajah di Monti, ma... vuoi mettere la location?
  • Domenica mattina, breakfast all'Esquilino, nel bar di fronte a Santa Maria Maggiore. Non avevo i biscotti e così sono scesa, ma che... LADRI!!! 2 caffe, 2 croissant e una spremuta 22 euro! Proprio un luogo da turisti... ma che peccato! Perchè nel quartiere è il più scenografico.

domenica 6 settembre 2009

Il mio cinese preferito (in estate)

La Pace, a Monti.
Non si mangia perfettamente, ma d'estate i tavolini all'aperto nella piazzetta sono impagabili!


La ciclista della domenica: come salire sull'Esquilino!

Alla fine non so se la scelta di abitare all'Esquilino sia stata giusta. Continuo a tormentarmi nel dubbio.
E' vero, è centrale, vicino al lavoro, anche fascinoso nel suo degrado multietnico, ma la sera è... spettrale. E per me che ero abituata ai centri storici, a Bologna dove avevo le osterie sotto casa e che vivo senza macchina e motorino cominciava a diventare un problema... fino a quando ho deciso: MI SONO COMPRATA LA BICICLETTA!
E ora è tutto vicinissimo e sto scoprendo un sacco di percorsi e nuove strade, scelta devo dire obbligata perchè visto che l'Esquilino è un colle per risalirvi bisogna sempre scovare la via più facile. Ma ecco i risultati dei miei primi studi, anche intitolato:

Percorsi in bici: come salire sull'Esquilino (via Turati)
  • Dai fori imperiali attraverso i vicoli di Monti: fare 10 metri di via Cavour e infilarsi subito a sinistra per prendere via Madonna ai monti. Quindi arrivare fino in piazzetta, prendere la strada che porta a piazza degli zingari, fare tutta via dei capocci, poi girare a sinistra per un pezzetto di via Panisperna e salire da via balbo e via viminale. Unico pezzo faticoso pezzetto di via Panisperna e inizio via Viminale.
  • Dai fori imperiali versione campestre: salire a via della Polveriera facendo il marciapiede di via degli Annibaldi, poi a mano via della Polveriera, piazza San Pietro ai Vincoli, poi via per la bellissima via delle sette sale. Un viottolo di campagna in città!
  • Dai fori attraverso la nuova movida di "Gay street": tutti i fori, via Labicana e via Merulana. La più lunga ma forse quella più in piano.
  • Il traforo: dalla fontana di Trevi salire per stradine pedonali fino al traforo, quindi via Milano, via Balbo e via Viminale.

sabato 5 settembre 2009

Muovo le ali di nuovo

Ispirazioni in un pigro pomeriggio di settembre.
Ascolto la colonna sonora delle Fate ignoranti ed ecco improvvisamente i Tiromancino mi colpiscono, sembrano parlare proprio a me!
Muovo le ali di nuovo verso un posto nuovo, diverso.
Che bel tema, che bel tema... mi piacerebbe scriverci attorno una storia. La storia di una rinascita.
Forse potrei riscrivere il soggetto che avevo scritto sull'Egitto, sul mio incontro con Ali... titolo "Verso un posto nuovo", citazione "Muovo le ali di nuovo, verso un posto nuovo, diverso". Ora che la materia è meno urgente, forse ne verrebbe fuori qualcosa di meglio.

Muovo le ali di nuovo
riprovando a non cadere da solo nel vuoto
per cominciare a diventare così com'é che avrei dovuto
solo se avessi comunque davvero voluto
tutte le cose che vedo
così nuove che a volte nemmeno ci credo
ed ho paura che il calore di un raggio di sole che ho sopra la testa
sciolga le ali di cera o mi abbagli la vista
e ora non starmi a sentire
tanto guarda ho anche paura di farti capire
sono bene o male solo soltanto parole
come gocce che non cambiano il livello del mare
non scende e non sale
ma sotto qualcosa si muove
e sono tutte quelle voci che tornano nuove
e tornano più forti in un giorno come gli altri

Muovo le ali di nuovo
verso un posto nuovo
muovo le ali di nuovo
perchè cerco un posto nuovo
muovo le ali di nuovo verso un posto nuovo, diverso

Dentro ai miei sogni ormai cosa c'é e cosa resta
soltanto i mostri che ho dentro alla testa
non era oro quello che brillava
non era eterno quello che restava
non era amore neanche quello che mi amava
eppure mi sembrava
la sola cosa sicura che avevo
ma mi sveglio lentamente
non può piovere per sempre
nessuno ti dice mai niente
infatti a me nessuno mi ha detto mai niente
e qual'é veramente il problema
rimanere da soli o cambiare sistema
e se una cosa importante vale meno di zero
e una cazzata qualunque diventa un delirio
io spingo e vado avanti in questo giorno come tanti

Muovo le ali di nuovo
verso un posto nuovo
muovo le ali di nuovo
perché cerco un posto nuovo
muovo le ali di nuovo
verso un posto nuovo, diverso.

venerdì 4 settembre 2009

Giorno 14: Cap Bon





Giorno 13: da Djerba alle isole Kerkenna





Giorno 12: Djerba

Relax all'hotel Dar Dhiafa...
Bellissimo. Nonostante un povero scorpione che ha osato infilarsi nella mia stanza e che è stato prontamente ucciso con un sasso dai due tunisini corso in mio aiuto. Invano ho urlato Ne pas tuer! Ne pas le tuer! Non hanno avuto pietà. La solita occidentale, avranno pensato...



Chenini





Giorno 11: Douaret







Ksar Soltane



Giorno 10: Ezzarah